Si fa tanto parlare di quanto mancherebbe forza lavoro nel paese. Di quanto sarebbe meglio se il volontariato venisse valorizzato. Quindi non si può non dire che il volontariato è sbagliato, perchè è la base portante di tante realtà nel paese partendo dal piccolo paese di montagna o di campagna fino alla grande città con le persone che vogliono darsi da fare. Ma non si può non dire che il volontariato dovrebbe diventare un asse principale della formazione dei cittadini. Proprio come una volta era fare il militare.
Ma perchè non si fa il militare e si parla invece di servizio civile? Perchè oggi fare la guerra è qualcosa di professionale. Qualcosa di fatto da gente che deve saperlo fare fino in fondo alla perfezione, dato che per andare in guerra non basta soltanto imbracciare un fucile o una pistola ma si devono saper maneggiare armi più complesse e più specifiche.
Quindi per fare un favore oggi a figli e nipoti, il primo politico che è favorevole alla introduzione del servizio civile per tutti i maggiorenni non ci farei più di tanto un pensiero se votarlo o meno. Perchè dal suo lavoro legislativo a riguardo oggigiorno tanti ragazzi avrebbero un guadagno notevole e non indifferente. Ma basterebbe che si capisse che avere a che fare con il proprio prossimo come segno di civiltà è una cosa fondamentale per la propria crescita e tanti ragazzi volontariamente andrebbero a fare il servizio civile. Solo che preferiscono stare attaccati ad un telefono o ad un computer dalla mattina alla sera…
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28 luglio 2019: Qual’è il giusto modo di combattere il nazionalismo? 3
Il terzo punto è il nemico esterno da localizzare. Attualmente Salvini ha il nemico dei migranti. Ma non è un nemico tanto scelto cosi, a caso. È il nemico che sta, se cosi si può dire, infestando il paese Italia. Quindi quello che la gente deve percepire, cioè deve sembrare che è la cosa più problematica in assoluto, come il pericolo maggiore anche se in alcune situazioni quel nemico non è assolutamente un problema. Anzi può diventare una risorsa per la buona conduzione della vita sociale ed economica del paese.
Da una parte infatti esistono migranti che si danno da fare per lavorare onestamente. Dall’altra esistono solo dei ladri o dei truffatori, alle volte con un caporale o con una scala gerarchica di puro sfruttamento, che non fanno altro che alimentare l’odio e la cattiveria. Un politico nazionalista, con il fatto di dare precedenza agli italiani – anche se alle volte gli italiani quella precedenza non sanno assolutamente cosa farsene dato che è meglio stare attaccati ad un cellulare dalla mattina alla sera – dice e fa sapere con fatti o con slogan, che la gente italiana verrà difesa da tutta questa gente che sta infestando il paese. La politica italiana deve iniziare a smettere di trattare le persone come qualcosa di così manipolabile con le frasi retoriche e iniziare ad avere un senso della realtà più marcato nel giorno per giorno del proprio elettorato. Perchè i valori di un partito sono molto importanti ma non fanno pagare le bollette o non fanno togliere la delinquenza dal proprio quartiere.
Per le conclusioni al prossimo post…
24 luglio 2019: Aumentare troppo le tasse è solo tempo sprecato
Più banalità di questa non si poteva dire. Cosa più scontata, dal lato destro del mondo, non si potrebbe dichiarare. Ma il punto di partenza non è solo l’appartenenza politica e quindi una area ideologica particolare. Il punto di partenza è la impressionante pressione fiscale che vige in questo paese e che non porta altro che ad una conseguenza praticamente lapalissiana: l’evasione fiscale.
Si potrebbe fare come in altri paesi il controllo remoto del fisco partendo dagli scontrini. Ma alla fine non si coglierebbe il punto: che non si può prescindere dal proverbio “Avuta la grazia gabbato lo santo”. Per cui qualcuno troverà il modo di aggirare l’ostacolo e permetterà di fare quello che si faceva nel passato anche se con quantità e con modalità differenti.
Hanno avuto un bel fare quelli che prima venivano apostrofati con la dicitura “coglione” perchè ha sempre pagato le tasse e ha sempre fatto il proprio dovere. Perchè adesso ha praticamente fatica zero di fronte a della gente che in base alla propria capacità evasiva accumulava soldi e ricchezze. Ma tutto questo non c’entra in questo caso. In questo caso conta il fatto che aumentare le tasse è tempo sprecato. Per una sola ragione: mettere più tasse adesso è come cavare sangue dalle rape. Si passi piuttosto a fare economia ragionata nelle spese dello Stato. Si inizi a spendere soldi in maniera virtuosa in ogni comparto del pubblico. Piuttosto di dare soldi a fondo perduto senza garanzie come fanno le banche.
Impariamo dalle banche!
23 luglio 2019: Il vicepremier è un “dipendente” del premier
Non si può evitare di dire che Salvini la deve smettere di fare il premier. Per due semplicissimi motivi: non lo è e in quel posto esiste già qualcun altro. Si può fare il lavoro di qualcuno che sta già lavorando in quel posto esclusivo ed unico nella conduzione delle sorti del paese?
Forse non ci si accorge che fare quello che deve fare qualcun altro al posto suo porta a due conseguenze: si delegittima chi sta coprendo quel ruolo e si crea confusione nella popolazione. Non si fa dare fiducia a chi deve prendere le decisioni in particolari sedi della gerarchia delle cariche pubbliche.
È indubbio che Salvini fa quello che sta facendo perchè vorrebbe essere lui il premier del paese. Ma non lo è per adesso. Come non lo sono tutti gli italiani non regolarmente e democraticamente eletti a quella carica. Se Salvini riuscirà a farsi eleggere come premier del paese avrà tutto il diritto di fare quello che fa un premier. Ma adesso è solo un ministro della repubblica. Se ci fosse del sale in zucca, farebbe in modo di essere il buon esempio, magari stando di più al Viminale a prendere delle decisioni più lavorative di quelle che prende. Non è molto credibile un viceministro che sta più in giro a fare indubbiamente parte del proprio lavoro, anche politico, ma tralascia tutto il resto con la credenza che un ministro deve stare più in mezzo alla gente. C’è stato qualcuno che nella sua storia politica e nella storia del mondo e di un paese faceva un mare di comizi. E portava un paio di baffetti molto curiosi…
9 luglio 2019: Alle donne fa femminile tutta una linea di comportamenti?
Partiamo dal fatto che io sono un uomo. Cioè l’altra metà del cielo in fatto di sesso rispetto alle donne. Quindi chiedo venia se non sarò in grado fino in fondo di centrare l’obiettivo.
Poi però non si può prescindere da un dato di fatto: le donne hanno combattuto per ottenere quello che adesso hanno e stanno lottando giustamente per averlo sempre a loro disposizione. Ma la domanda adesso sorge spontanea: ha ancora senso un essere donna legato a lotte di più di 40 forse 50 anni fa, per non andare ancora più lontano?
Io credo sinceramente che le donne dovrebbero fare una sorta di esame di coscienza e iniziare a dire quello che veramente è necessario all’essere donna oggigiorno, con delle condizioni sociali cambiate, e quello che deve essere messo in cantina, partendo dalla moda fino alla società in cui tutti noi abbiamo un ruolo e come tale dobbiamo portarlo avanti.
Credo che gli uomini, a parte i soliti bastardi maschilisti che non la smettono di intasare le pagine dei giornali con i loro femminicidi che sono tutti da condannare, stiano facendo la loro parte. Ora spetta alle donne. Che hanno bisogno di aiuto come sempre, ma da parte loro hanno da fare repulisti di determinati comportamenti e atteggiamenti, che non fanno altro che mettere in difficoltà i maschi e li mettono davanti ad una scelta: assecondare la propria natura o fare le persone ragionevoli?
8 luglio 2019: Il punto di non ritorno della edilizia italiana
Ogni cosa ha dei limiti. Alle volte oggettivi, alle volte soggettivi. Ma l’edilizia di per se ha dei limiti? Si. É quel momento in cui costruire sarà sinonimo di distruggere. Ma non ciò che di per se si sta costruendo. Si sta distruggendo quello che la natura ha costruito, alle volte con molta pazienza.
Quale è il motivo di tanta filosofia naturale? Uno soltanto: che in situazioni di devastazioni naturali le case delle persone, nel minore dei casi, si riempiono di acqua o di altro e vengono completamente devastate. A questo punto una semplice domanda: ma se costruire è la base del progresso, perchè non si inizia a fare un progresso sostenibile, capace di coniugare la voglia della natura di esistere, come deve essere, e la voglia dell’uomo di fare del proprio vivere un vivere sicuro per lo meno dalle più semplici intemperie? Credo che se l’uomo sarà in grado di dare una risposta in termini materiali, cioè con fatti tangibili, a questa domanda non ci sarà bisogno di fare condoni e sanatorie. Perchè la costruibilità dell’uomo andrà di pari passo con tutto il resto, e nemmeno chi governa potrà dire che quel costruire non sarà adeguato all’ambiente e al vivere generale.
6 luglio 2019: Lavorare può essere diventato qualcosa di sbagliato?
Come principio base bisogna dire di no. Perché il lavoro è una sinergia tra le persone che da una parte hanno bisogno di aiuto per fare qualcosa e dall’altra hanno bisogno di aiuto perchè possono fare qualcosa per qualcuno. Ma sempre più si vede la gente che viene praticamente tenuta a non fare niente, o perlomeno a fare qualcosa che ha il valore del niente, e socialmente sembrerebbe un comportamento accettato.
Non si tratta in questo caso della sterile polemica dello stare dalla mattina alla sera davanti ad un cellulare o davanti ad uno schermo di un computer guardando quello che fanno le altre persone nella loro vita e per la maggiore soffrendo morbosamente di invidia.
Una volta il lavoro era qualcosa di socialmente vincolante, come è rimasto in alcune culture sociali della Terra. E sotto un certo aspetto lo è anche dove lavorare è un verbo generico. Ma davanti al fatto che la ricerca delle persone è la ricerca del non lavoro, se cosi si può dire, rimando al titolo: lavorare può essere diventato qualcosa di sbagliato?
16 giugno: Troppo sdoganamento sulla mafia può smuovere delle braci
Il titolo è volontariamente ambiguo. Perché io non ho idea di cosa potrebbe succedere. Non ho idea se il fuoco bruciare be nel male o brucerebbe nel bene. Ma come tutte le cose è qualcosa che viene smosso. E lo smuovere produce conseguenze. Viene in mente un proverbio abbastanza calzante: alle volte è meglio non dare un calcio al sedere delle vespe.
Ma perché è meglio? È meglio perché come tutti gli insetti che viene stimolato, quando si muove non hai idea di dove possano andare e cosa possano fare nell’ambiente circostante. Preso nel soggetto della mafia: da una parte possono nascere dei piccoli o grandi mafiosi mentre dall’altra parte possono nascere dei piccoli o grandi antimafiosi. In ogni caso, si parte da una cosa che non deve succedere. E cioè che della mafia se ne parli a sproposito. Parlare di qualcosa muove. Soprattutto se è qualcosa che è il male o nel passato o nel presente e viene scosso praticamente senza senno o con poco raziocinio. Io preferirei vedere dei film stupidi, come la canzone di Marco Mengoni, piuttosto di avere davanti allo schermo il solito ospite televisivo che apre la bocca e gli da fiato. E dice qualcosa intanto difficile da motivare ad un bambino – con la conseguenza che non sai fino a che punto possa darti retta – e poi che non si capisce da che spinta sia nata la richiesta di avere più o meno quel tipo di ospite nel programma. Che non è che capita di continuo. Ma quando capita capita e non puoi non dire qualcosa a riguardo. Con la speranza che smuove anche quello le braci di una fiamma…
11 giugno: La mancanza di chiarezza non permette progresso
Detto cosi questo titolo sembra quasi una massima o un proverbio. Ma se ci si pensa sotto sotto questo è un problema abbastanza grave. Per cui ci sono persone che di fronte alla loro non conoscenza non potrebbero fare qualcosa di meglio della loro vita. Mentre invece se fossero provvisti di adeguati parametri di consapevolezza della situazione che gli sta intorno farebbero magari cose che uno non si aspetterebbe. Come chi sta scrivendo queste poche righe in questo momento.
Io per evidenti impegni non ho potuto ne leggere un quotidiano da giorni ne ascoltare un telegiornale anche tra i più politicizzati. E di conseguenza la mia consapevolezza della realtà che ho intorno si ferma a ciò che ho ascoltato l’ultima volta che ho letto o ascoltato un giornalista raccontarmi quello che succede.
A questo punto la domanda è una sola: posso fare qualcosa di buono nella mia vita se non vengo a sapere come vanno avanti le cose nel mio paese? Detto più settoriale: se i politici la smettessero di non dire le cose come stanno si potrebbe forse sperare in una crescita in quanto paese che va al di la della vera conoscenza giornalistica di quello che succede nel paese e nel mondo?
Detto ancora diversamente: se i politici la smettessero di dire la loro per da una parte lisciare il pelo del proprio elettorato e dall’altra alla ricerca del maggiore consenso iniziassero a dare ai propri elettori e ai propri cittadini una consapevolezza più ampia di quello che è il proprio orticello e di come meglio coltivarlo, non ci sarebbe una corsa virtuosa a chi fa le cose meglio non solo dentro il paese ma anche al di fuori con la maggiore espansione di conoscenza e di capacità attrattiva?
E’ sinceramente molto utopico quello che ho scritto. Ma come mi disse una volta una persona se nessuno mai comincia a fare o dire qualcosa per cambiare la situazione non ci sarà mai qualcuno che oltre a te farà il primo passo per iniziare un cammino. Come, ahime, scrive Matteo Renzi nel suo
Blogosphera estiva del 30 agosto 2016
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“La rivelazione è per l’intero genere umano ciò che l’educazione è per il singolo uomo.”
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