Archivio mensile:novembre 2019

10 luglio 2019: Il sistema dei personaggi può ancora funzionare?

Non si toglie il fatto di partenza che il mondo dei personaggi ha un valore. Cioè, dal piccolo del bar del paese fino allo star system con uomini e donne che riempiono più o meno la tv trash, ci vogliono degli uomini e delle donne che facciano da simbolo di un mondo o di un modo di pensare o di un modo di vivere. Come con gli influencer o i ragazzi che imperversano il mondo dei social.
Ma se ci sono loro, che alla fine sono delle persone comuni che hanno un loro ruolo social, cosa servono divi e dive del vecchio mondo dello spettacolo? O anche il cretino del paese, che faceva ridere e riflettere nel bar di riferimento?
Molti del mondo dello spettacolo hanno capito che senza i social vai poco lontano. Per tutti gli altri renitenti non c’è da fare altro che un sistema di pensionamento lento e graduale. Dove ciò che ha avuto un senso nell’era d’oro della televisione oggi ha un senso maggiore dentro facebook e compagnia cantante.
Quello che si può avanzare come critica è vedere se quello che oggi è il sistema delle persone normali dentro uno schermo di un telefonino diventerà obsoleto o si chiamerà se stesso una elite che prima non esisteva, vista la abbondante democrazia per cui se fai like, quello che una volta si chiamava l’ascolto della televisione, sei ok, se non fai like sei tranquillamente da lasciar stare e morire nel tuo brodo. Bisognerà vedere cosa effettivamente pensionerà questo attuale sistema di gradimento internettiano con qualcosa che dirà alla gente cosa veramente fa piacere, e a chi dare riferimento piuttosto dei soliti socializzanti. Verrebbe da dire che il prossimo passo saranno i robot o i cartoni animati…

9 luglio 2019: Alle donne fa femminile tutta una linea di comportamenti?

Partiamo dal fatto che io sono un uomo. Cioè l’altra metà del cielo in fatto di sesso rispetto alle donne. Quindi chiedo venia se non sarò in grado fino in fondo di centrare l’obiettivo.
Poi però non si può prescindere da un dato di fatto: le donne hanno combattuto per ottenere quello che adesso hanno e stanno lottando giustamente per averlo sempre a loro disposizione. Ma la domanda adesso sorge spontanea: ha ancora senso un essere donna legato a lotte di più di 40 forse 50 anni fa, per non andare ancora più lontano?
Io credo sinceramente che le donne dovrebbero fare una sorta di esame di coscienza e iniziare a dire quello che veramente è necessario all’essere donna oggigiorno, con delle condizioni sociali cambiate, e quello che deve essere messo in cantina, partendo dalla moda fino alla società in cui tutti noi abbiamo un ruolo e come tale dobbiamo portarlo avanti.
Credo che gli uomini, a parte i soliti bastardi maschilisti che non la smettono di intasare le pagine dei giornali con i loro femminicidi che sono tutti da condannare, stiano facendo la loro parte. Ora spetta alle donne. Che hanno bisogno di aiuto come sempre, ma da parte loro hanno da fare repulisti di determinati comportamenti e atteggiamenti, che non fanno altro che mettere in difficoltà i maschi e li mettono davanti ad una scelta: assecondare la propria natura o fare le persone ragionevoli?

8 luglio 2019: Il punto di non ritorno della edilizia italiana

Ogni cosa ha dei limiti. Alle volte oggettivi, alle volte soggettivi. Ma l’edilizia di per se ha dei limiti? Si. É quel momento in cui costruire sarà sinonimo di distruggere. Ma non ciò che di per se si sta costruendo. Si sta distruggendo quello che la natura ha costruito, alle volte con molta pazienza.
Quale è il motivo di tanta filosofia naturale? Uno soltanto: che in situazioni di devastazioni naturali le case delle persone, nel minore dei casi, si riempiono di acqua o di altro e vengono completamente devastate. A questo punto una semplice domanda: ma se costruire è la base del progresso, perchè non si inizia a fare un progresso sostenibile, capace di coniugare la voglia della natura di esistere, come deve essere, e la voglia dell’uomo di fare del proprio vivere un vivere sicuro per lo meno dalle più semplici intemperie? Credo che se l’uomo sarà in grado di dare una risposta in termini materiali, cioè con fatti tangibili, a questa domanda non ci sarà bisogno di fare condoni e sanatorie. Perchè la costruibilità dell’uomo andrà di pari passo con tutto il resto, e nemmeno chi governa potrà dire che quel costruire non sarà adeguato all’ambiente e al vivere generale.

7 luglio 2019: Il bullismo da non perdonare

Leggere un titolo come questo può essere fuorviante perchè si potrebbe pensare che esiste un bullismo da perdonare. E questo è sbagliato. Ma questo titolo dice che non tutto il bullismo è non perdonabile. Non tutta la capacità di rompere le scatole è illecita. Perché alle volte, sotto forme controllate, fare del bullismo aiuta le persone. Aiuta a capire che determinati comportamenti non vanno messi in pratica.
Un soggetto bullo, se cosi si può dire anche se molto a latere, è la giustizia: condanna un soggetto a fare qualcosa che ripari il suo malfatto. Questa naturalmente è una abbondante estremizzazione, ma è per rendere l’idea che tutto il bullismo è non da farne un fascio e buttarlo alle ortiche.
Per il resto, quel bullismo che tormenta, che distrugge l’anima delle persone, che annulla la volontà e non offre pace a chi ne è vittima non può essere che imperdonabile. Non può essere che qualcosa da non togliere dai reati. Da non cancellare con una frase di scusabilità per innocenza o per altra scusa. C’è un bullismo imperdonabile che non deve passare. E prima non passerà meglio sarà per tutte le persone. Ma non è il bullismo generalizzato: quello da condannare è solo quello che non ha motivo.

6 luglio 2019: Lavorare può essere diventato qualcosa di sbagliato?

Come principio base bisogna dire di no. Perché il lavoro è una sinergia tra le persone che da una parte hanno bisogno di aiuto per fare qualcosa e dall’altra hanno bisogno di aiuto perchè possono fare qualcosa per qualcuno. Ma sempre più si vede la gente che viene praticamente tenuta a non fare niente, o perlomeno a fare qualcosa che ha il valore del niente, e socialmente sembrerebbe un comportamento accettato.
Non si tratta in questo caso della sterile polemica dello stare dalla mattina alla sera davanti ad un cellulare o davanti ad uno schermo di un computer guardando quello che fanno le altre persone nella loro vita e per la maggiore soffrendo morbosamente di invidia.
Una volta il lavoro era qualcosa di socialmente vincolante, come è rimasto in alcune culture sociali della Terra. E sotto un certo aspetto lo è anche dove lavorare è un verbo generico. Ma davanti al fatto che la ricerca delle persone è la ricerca del non lavoro, se cosi si può dire, rimando al titolo: lavorare può essere diventato qualcosa di sbagliato?

5 luglio 2019: Coazione a ripetere. In una Terra nuova che faremmo?

Nelle scoperte scientifiche sullo spazio gli astronomi e gli astronauti vedono la capacità di conoscere tutto quello che al di la dell’atmosfera esiste e magari trovare qualche posto in cui la razza umana, perchè in questo caso siamo quello, possa espandersi e trovare posto mentre la Terra si è sovrappopolata e in poco tempo ha doppiato i suoi abitanti.
Quello che sotto un certo aspetto dovrebbe spaventare è che nella storia della razza umana si è passati sempre e comunque dagli stessi sbagli e sotto gli stessi errori. La domanda a questo punto non può essere altro che: saremo capaci di non fare gli stessi errori su un altro pianeta?
Si può partire rispondendo di si ma si peccherebbe di ottimismo. Con la volontà di certe persone di trovare le forze e le capacità per non ricadere nel solito abisso. Si può partire dal no e dire che siamo sempre i soliti cialtroni incapaci di smetterla di distruggere. Quindi alla fine non c’è una risposta secca. Ma una sfumatura di grigio tra un bianco e un nero. Perchè in un caso il bicchiere è mezzo pieno in un altro caso il bicchiere è mezzo vuoto.

4 luglio 2019: L’ambientalismo non piace. Ci dicano cosa fare a riguardo…

Noi uomini, anche se ce ne dimentichiamo, siamo esseri naturali. Ma non nel senso che siamo un pezzo di natura come gli animali e le piante, ma che siamo inseriti nel circuito della natura sempre delle piante e degli animali. Ho detto che ce ne dimentichiamo perché sempre più intorno a noi ci siamo costruiti un ambiente che ha si una natura, ma completamente scollata dal pianeta dove tutti quanti, animali e piante compresi, viviamo.
Si potrebbe dire che a questo punto buone le iniziative che danno alla natura totale del pianeta la precedenza e abbasso le procedure che scollano la realtà umana da quella naturale. E invece sempre si dice che noi uomini stiamo già facendo tanto per la natura, e che gli ambientalisti dovrebbero essere soddisfatti di quello che gli uomini stanno facendo.
Gli ambientalisti quindi sono dei rompiscatole e con loro la loro dottrina e il loro credo. Io non sono un ambientalista, ma capisco le loro esigenze sull’ambiente e cerco nel limite del possibile di fare la mia parte. Ma tutti gli altri sarebbero pregati di fare qualcosa per spiegare come mai nei fondali marini si trova la spazzatura e nei mari e negli oceani si sono formate spontaneamente le isole di plastica rifiuto degli uomini. Io fino a quel momento  continuo a fare qualcosa. Gli altri sono invitati a trovare l’ennesima scusa…

3 luglio 2019: Il potere dei musei da non indebolire

Perchè ho usato la parola “potere”? L’ho usata nel senso di potenzialità che porta. Nel senso di dare al soggetto museo una forza che magari ad altre latitudini non verrebbe osservata e riconosciuta. Perché infatti un museo ha un grande potere, a livelli multipli. È parte di un tessuto culturale che parte dal basso e arriva fino ad alti livelli di tipo nazionale, alle volte sovranazionale e in rari casi a livello umanamente universale. Ma prima di tutto bisogna partire dal soggetto, cioè dal museo.
Che cosa è un museo? È una raccolta di oggetti o di storie che rendono a chi lo visita un pezzo di quello che non conosce e che se conoscesse potrebbe avere un sistema di realtà differente rispetto al suo quotidiano. È per questo che si va per musei: non solo perchè in vacanza non si ha nulla da fare, ma anche per conoscere cose del passato che se abbandonate a se stesse nella natura non avrebbero un futuro. La domanda a questo punto è praticamente diretta: perchè non si valorizzano i musei quanto servirebbe loro per dare il massimo? Perchè sempre le solite polemiche sui musei e sulla cultura mangiapane a tradimento? Senza i musei in Italia non saremmo un paese turistico. Basta sputarci sopra!

2 Luglio 2019: Andare avanti per non tornare indietro

Il passato per certi versi è una dolce culla dove le persone cercano di stare il più possibile. È una dolce situazione in cui devi sentirti veramente bene, se cerchi in tutti i modi di starci dentro anche quando sei troppo grande per entrarci. E alla fine il passato diventa il rifugio più adatto da cui lanciare le lamentele più becere e più inadeguate soltanto per avere ancora un motivo per poter stare dentro li.
Ma alla fine ha un valore stare nel passato, e sotto un certo aspetto non andare avanti? Si può dire di si come si può dire di no. Perchè a mio avviso non esiste uno spartiacque così definitivo. Non esiste il bianco e il nero di questa situazione. Da una parte stare nel passato aiuta ad affrontare il presente e raramente anche il futuro. Dall’altro lato stare nel passato non è un modo adeguato a corazzarsi al futuro. E il motivo sta nel fatto che più ci si incolla al passato più il futuro inevitabile è difficile da raggiungere.
Quale la soluzione? Capire semplicemente che il futuro è inevitabile anche quando è sbagliato. E adeguarsi aiuta non solo a capire, ma non rimanere indietro. Andare avanti per non tornare indietro. Tranne qualche caso in cui ripartire dal passato è il miglior modo di costruire un futuro. Ma anche quello è un andare avanti. Quindi non si può tornare indietro, pur nella sua forma più concettuale…