Attualmente noi Italia non siamo un paese florido. Siamo un paese che vive al limite della considerazione dei mercati come emettitore di titoli spazzatura. Il nostro spread, l’indicatore che fa da differenziale tra i nostri titoli a 10 anni contro i Bund tedeschi, è a livelli di difficile sostenibilità. Abbiamo una situazione di conti pubblici per cui l’Unione Europea ci sta chiedendo chiarimenti per lo sforamento dei parametri standard di tutti i paesi sul differenziale deficit del paese/Prodotto Interno Lordo, cioè il PIL. E probabilmente ci chiederà una manovra di correzione per allineare la realtà economica del paese a dei parametri sostenibili per l’intera economia europea. Abbiamo da una parte un viceministro che vorrebbe la flat tax, cioè una tassa standard a differenza dell’attuale regime di tassazione a scaglioni per cui adesso paghi in base a quanto percepisci di reddito. Abbiamo un altro vicepremier che ha adottato una misura assistenzialistica chiamata Reddito di Cittadinanza che si sta dimostrando una mancetta elettorale con poca capacità di sostenibilità della gente che lo percepisce e soprattutto con una marea di limitazioni nella capacità di spesa, giustamente adottate per non far svaccare chi prende i soldi, che pregiudicano eventuali esigenze legittime di sanità o di altro della gente che lo percepisce. E poi c’è nella generalità la volontà di mettere il progetto Quota 100, per cui in base alla tua età e alla tua potenzialità contributiva puoi andare in pensione prima della eventuale terminologia di legge attuale, cioè la Legge Fornero.
Detto tutto questo una martellata nella testa o una fucilata nel cuore farebbe meno fastidio e soprattutto sarebbe meno dolorosa. Ma comunque c’è la voglia di alzarsi la mattina. Di lavorare per tutti quelli che hanno una azienda. Di far girare i tornelli dei musei e dei posti pubblici di utilità. Quindi è difficile dire che siamo un paese allo sbando più assoluto. Può darsi che nella consapevolezza delle persone ci sia lo stesso la voglia di andare avanti, anche se per inerzia. La cosa è capire quando i nostri governanti capiranno che a tutti questi italiani che portano avanti il carrozzone della situazione si dovrà portare un poco di rispetto e si dovrà smettere di dire cosa fare senza ascoltarli e farsi dire da loro cosa veramente ci vorrebbe al posto delle solite mancette o dei soliti specchietti per le allodole.
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