Archivio dell'autore: Matteo Baudone

Informazioni su Matteo Baudone

Un aspirante giornalista.

Eutanasia: un tema molto controverso

Non posso che essere favorevole alla eutanasia. Perché in determinati casi, e solo in determinati casi, uccidere una persona non è un delitto, ma una buona azione. Solo che farne una pratica troppo liberale potrebbe essere, e sotto un certo aspetto lo è, controproducente.

Partiamo dal fatto che il suicidio non è consentito. Il suicidio è un fallimento della società e del tessuto sociale, quando qualcuno lo mette in pratica. Perché non si è saputo agire adeguatamente per scongiurare la morte del suicida. Da questo stesso punto però bisogna partire per l’esatto concetto opposto: lo stato deve garantire la persona anche quando non è capace più di vivere la propria vita.

Indi per cui il parlamento, partendo proprio da tale incapacità, deve dare al cittadino la possibilità di concludere la propria vita se questa non è più dignitosamente vivibile.

Siamo arrivati ad un punto, credo, in cui il parlamento italiano deve, e sottolineo deve, garantire questa nuova garanzia ai cittadini. Con tutte le procedure del caso. Con passaggi sanitari tali da trovare un punto fisso generale. Con sgravi ai medici che potrebbero autorizzare un simile risultato. Ma alla fine il termine è sempre il solito: offrire ai cittadini anche la possibilità di morire, ribadisco, dentro determinate condizioni inequivocabili.

Perché non è possibile che in Italia, anche per questa cosa, si debba ricorrere ai viaggi all’estero dove la pratica è ammessa. Non è possibile che l’Italia debba tutte le volte fare delle simili figure di m**da di fronte ad un globo terrestre con situazioni più civili della nostra. Basti pensare alle unioni civili: quanto ci è voluto per arrivare, anche se incompleto, ad un risultato valido per la società italiana che si è evoluta fino ad oggi?

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/paradenti-pandemia-epidemia-virus-4955470/)

Pubblicità

Tre modi per avere credibilità

Quando non sei credibile, vorresti esserlo. Quando lo sei, sotto sotto, ti approfitti della tua posizione. Ma alla base del risultato, cosa differenzia chi è da chi non lo è? Un percorso di accreditamento nella realtà circostante che ti permette di avere un seguito in base alle tue azioni.

Voglio quindi partire dicendo tre percorsi per acquisire una credibilità.

Il primo percorso è la coerenza delle proprie azioni. Che può sembrare banale, ma è un primo passo per acquisire i cosiddetti punti. Un esempio: se io dico a qualcuno che entro una certa data farò un comportamento, il fare di conseguenza porta punti per la propria situazione. E quindi ci rende credibili agli occhi degli altri.

Il secondo percorso è la costanza. Cioè il mettersi sempre all’interno di un ambiente nelle stesse posizioni. Che non vuol dire pensarla sempre allo stesso modo, ma avere un posizionamento tale da non mettere dubbi di sorta su come si verrà considerati.

Il terzo percorso è avere una parola valida. Che non significa saper parlare bene. Ma non trovarsi di fronte a dichiarazioni che non hanno un seguito nella realtà o che debbano essere sempre soggette a smentite o controsmentite. Una cosa questa molto disdicevole, perché non aver parola sicura su un determinato ambito non porta se stessi nella posizione di avere una autorevolezza. Ma piuttosto una titubanza e nei casi più brutti alla completa inattendibilità verso il prossimo.

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/cicogna-uccello-animale-volante-838418/)

La brexit è stata di stimolo a un rafforzamento dell’export italiano?

È passato diverso tempo da che la Brexit ha tolto l’Inghilterra dall’aggancio con l’Unione Europea. Con la conseguenza di aver slegato i commerci da tutta una serie di facilitazioni. Chi ci sta soffrendo più di altri è proprio l’Inghilterra stessa, che ha perso un grosso mercato di distribuzione dei propri prodotti. Non saprei se tanto o poco, questa sofferenza. Ma di certo la sofferenza c’è stata.

In tutto questo l’Italia cosa ha combinato? Di certo avrà cercato sbocco per i suoi prodotti. Avrà cercato l’Inghilterra per ritornare a vendere il made in Italy. Non credo che di fronte alla Brexit il commercio italiano abbia fatto spallucce e si sia messo a commerciare solo dove già c’è una possibilità di vendita.

La brexit non credo non sia stata uno stimolo per il commercio italiano. Credo però che il commercio italiano abbia rinegoziato i suoi termini di commerciabilità. Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma nominare la cosa ha un suo senso. Se prima con la Ue gli accordi correvano su un percorso, adesso quel percorso corre su un altro binario. E molto probabilmente è un binario con uno scartamento diverso. E in base a questo scartamento, sia l’Inghilterra che l’Italia devono concordare le proprie posizioni. Con una indubbia dispersione di energie per entrambi. Cosa che prima la Ue facilitava.

L’Italia è riuscita nel suo intento? L’Inghilterra lo stesso? Più che altro è indubbio lo sforzo delle parti a trovare dei punti di congiunzione. Che fanno chiedere il perché dell’Inghilterra dell’essersi levata da una posizione di vantaggio commerciale. Pur se, come si può apostrofare matrimonialmente, da separati in casa.

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/brexit-unione-europea-europa-4011711/)

Quale sarà il nuovo inquinamento con le auto elettriche

La mobilità elettrica, in particolare le automobili, sta sempre più prendendo piede. Molti più mezzi elettrici, parziali o al 100%, iniziano a circolare sulle strade. E una questione inizia a porsi, a mio modesto avviso: l’inquinamento derivante. Cioè quella situazione che può creare problematica per il riciclo di parti o del mezzo intero.

Non si può in questo caso non guardare alle batterie, parte fondamentale dei mezzi elettrici. Le quali sono composte da metalli. Quindi soggette, come tutte le batterie, a denaturazione. Cioè a decadimento degli atomi dei metalli, che perdono la possibilità di accumulare carica elettrica.

Prima di questo, con i motori a scoppio, il grosso dell’inquinamento poteva essere l’olio lubrificante. In quanto aveva bisogno di essere cambiato frequentemente per non bruciare il motore. C’è poi stata la questione che si poteva recuperare parte dell’olio e farne del lubrificante valido da secondo utilizzo. Ma con l’elettrico si potrà fare una cosa del genere quando ci sarà vera consapevolezza del riutilizzo dei metalli adeguatamente rigenerati.

Per il momento rimane la problematica delle batterie. Che anche se ricaricabili, una volta esauste dovranno essere smaltite in qualche modo. Se non riutilizzate in altre modalità. Forse questa problematica è ancora più grande se si sottolinea il particolare che non si profila l’universalità delle batterie. Cioè quella standardizzazione delle case automobilistiche per cui, come oggi succede, la batteria di avviamento del motore a scoppio è possibile trovarla più facilmente anche dalle autofficine più standard. Piuttosto di doversi recare per forza dalla casa madre.

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/auto-elettrica-auto-elettrico-1458836/)

Libri: “Canada” di Richard Ford – Feltrinelli

Feltrinelli offre ai suoi lettori, anche a quelli occasionali, questo bellissimo romanzo. E potrebbe trattarsi dell’ennesimo bellissimo romanzo che questo editore da alle stampe in Italia, dopo averlo tradotto. Ma non è questo il caso.

Una storia di famiglia accompagnata da un percorso di formazione personale è forse un buon riassunto di tutto il libro. Ma come succede spesso, riassumere non è la migliore forma di narrazione. Bisogna poi scendere nei particolari, nelle singole immagini. Nei ritratti di cose e persone che uno scrittore fa all’interno del romanzo.

E questo un riassunto non riuscirà mai a farlo. Si potrebbe prendere a prestito il film “L’attimo fuggente” con Robin Williams, che discredita la rappresentazione poetica di un componimento attraverso grafici o rappresentazioni matematiche. Questo romanzo è solo percettibilmente riassumibile come ho fatto sopra. Perché per il resto, pagina dopo pagina, si può scoprire di più della semplice dicitura “storia di famiglia”.

Si scopre un mondo. Come ogni libro può esserlo. Ma qui è diverso. Qui la lettura lenta è la migliore forma di degustazione di tutta la storia. Come può essere piacevole degustare un buon piatto o un valido calice di vino, partendo dal capire gli odori e poi passando al sapore dei particolari.

Posso aggiungere un buon plaid o una buona coperta e magari un camino acceso come compagnia? Credo di si.

Non me ne voglia Feltrinelli se ho avuto eccesso di spoiler. Ma questo libro l’ho apprezzato tantissimo. E dal titolo non avrei mai pensato di trovare quello che ho trovato. Non avrei mai pensato di vedere una America come la si può vedere pagina dopo pagina. Oltre naturalmente al Canada.

Gli aumenti capitano. Le accortezze restano…

Sento parlare di aumenti generalizzati. Di beni di prima necessità che aumentano di prezzo. E che possono portare alla fame i singoli. O alla mancanza di gas o di luce. Tutto giusto, per l’amor del cielo. Le materie prime scarseggiano e quindi chi deve comprare deve sborsare più soldi rispetto al passato.

Infatti voglio partire da questo particolare: il passato. Un passato in cui le cose sono costate di meno e che quindi erano più accessibili a tutti. Di qui la domanda: per quale motivo le persone non hanno approfittato di quelle situazioni favorevoli e adesso stanno lamentando la fame?

Posso rispondere molto velocemente: perché non hanno guardato i propri interessi. Come mi venne imputato a me quando volli difendere un collega televisivo di fronte ad una persona che non faceva altro che darmi torto. E che la cosa migliore per me era quella di guardare i miei interessi.

Da quel momento non ho fatto altro. E ho concentrato le mie attenzioni sui prezzi dei beni più o meno alimentari che andavo a comprare. Ho provato a salvaguardare i miei interessi non rifiutando le nuove opportunità che il mercato offre continuamente. In primis sulle bollette.

Perché basta avere l’accortezza di gestire le proprie forniture di gas, luce e internet per non trovarsi con dei conti astronomici ed essere tutelati dai contratti che uno stipula.

Particolare fra tutti: agganciare i propri cellulari al contratto della fibra ottica permette di avere buone forniture internet a prezzi vantaggiosi.

Per il resto delle bollette, basta accordarsi con un fornitore tramite semplice contratto. E si può stare parzialmente tranquilli.

Al supermercato non si può coscienziosamente fare un carrello straripante di cibo. Perché se da una parte si paga di meno, per tanti altri alimenti si pagherà il doppio.

Quando si fa benzina, l’unica cosa a cui si pensa è avere i soldi. Quando basterebbe guardare di passaggio i prezzi singoli per fare rifornimento ad un prezzo accettabile. Anche se più caro di prima.

In generale, sono le accortezze che fanno la differenza. Quegli stessi accorgimenti che basterebbe poco per assimilarli e farli propri. Ma si preferisce continuare a fare la propria vita di sempre. E piangere come fontane di fronte al microfono o alla telecamera di turno…

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/euro-soldi-inflazione-moneta-2387086/)

Mediocrità del Papa? È solo semplicità

Aver letto su Sua Santità Papa Francesco la questione dell’intervista a Fabio Fazio mi ha fatto abbondantemente venire l’orticaria. Qualcuno ha sottolineato il fatto, se non ho letto male scorrendo, che il Papa sia una persona mediocre. Che nell’intervista alla Rai abbia dimostrato di non essere una grande persona.

Ma io mi domando: si può scambiare la semplicità di fronte ad un intervistatore per mediocrità? Sua Santità non è solo il Papa. È anche una persona che può avere pregi e difetti. E più che altro può avere avuto il difetto, non difetto fino in fondo, di dimostrare una semplicità umana al di fuori dei soliti discorsi o dichiarazioni. O al di fuori dell’Angelus domenicale, dove abbraccia cause o questioni di dominio internazionale.

Fare di un Papa tanto amato come lui una persona mediocre mi sembra fuori luogo. Verrebbe da pensare, seguendo questo filo logico, che non sia altro che una marionetta legata a interessi più forti di lui dentro il Vaticano. Mentre in diverse occasioni ha dimostrato di essere un uomo tra gli uomini. E non solo il capo della Chiesa Cattolica.

Magari può avere ‘peccato’ di semplicità. Ma la semplicità è sempre un difetto? Il non avere costruzioni mentali o ritrosie è sbagliato per un soggetto tanto potente nel mondo?

Io voglio credere che Sua Santità sia l’uomo che ha sempre dimostrato di essere. Un padre della Chiesa che, oltre ad essere tale, il primo dei suoi simili, è una persona come tante altre. Un sacerdote nel senso più generale del termine, oltre che un capo spirituale.

E che ha avuto una vita come tutti, prima di abbracciare il sacerdozio. Con pregi e difetti.

A chi gli ha dato del mediocre, se glielo ha dato, non posso dire altro che: prega per lui.

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/papa-papa-francesco-pontefice-5519251/)

Festival di Sanremo: Amadeus vincitore incontrastato

Anche questo Festival di Sanremo è passato. E ha portato con se i suoi successi. Innanzi tutto un botto di ascolti, con punte del 60%. Una cosa, a mia memoria, che non trova eguali. Poi le co conduttrici davvero speciali, tra cui spicca per luminosità Drusilla Foer. E alla fine le canzoni, scelte si può dire con grande attenzione spaziando su più fronti generazionali.

Ma una cosa però va detta di questo nuovo Sanremo. Che si è trattato di un Festival molto multidimensionale. Che non si è racchiuso nella sola kermesse televisiva, ma che ha permesso anche a internet di prendere posto. Non lo ha relegato a solo mezzo di trasmissione dati o immagini. Lo ha reso parte dello spettacolo anche con il pezzo recitato da Marco Mengoni e dal suo comprimario.

Non si può che fare i complimenti ad Amadeus per la sua direzione artistica, insieme a tutto lo staff autoriale e a tutta la macchina televisiva e tecnologica della Rai. Aver fatto di Sanremo un grande spettacolo a 360° e non solo uno spettacolo televisivo non può che essere un merito. Aver preso diverse generazioni e averle unite di fronte al televisore senza il metodo del contentino con il cantante simbolo o con la vecchia gloria, è cosa buona. Aver condotto con tranquillità tutte le serate sembrando il finto tonto ma dimostrando una indubbia professionalità è cosa buona.

È cosa buona tutto, alla fine. Tranne una particolare: continuare a far usare gli sms alla gente per votare da casa. I messaggini di testo stanno diventando una cosa superata. Non si può che fare, per la prossima edizione, un salto verso le app di chat come già le radio hanno fatto per recepire i messaggi dei loro ascoltatori.

(Foto: https://pixabay.com/it/illustrations/guardare-la-tv-on-line-tv-2158506/)

Una grandiosa Drusilla Foer a Sanremo

Ho “conosciuto” Drusilla quando venne al Teatro de La Versiliana diverse estati fa. Non avevo mai sentito parlare di lei. E grazie alle sue risposte ho potuto confezionare la mia intervista per il giornale.

Fino qui nulla di particolare. La cosa particolare, in questa edizione 2022 di Sanremo, è stata la sua verve. E soprattutto un particolare molto impercettibile, se mi è concesso dirlo, del suo personaggio: la timidezza. Quel senso di tremore per quello che si sta facendo. Lo stare su un palco o davanti ad una telecamera senza nascondere la propria paura o il proprio timore di sbagliare.

Non posso dire che Drusilla sia una drag queen. Credo sarebbe una offesa bella e buona. Credo piuttosto che lei, o lui secondo i punti di vista, sia una performer che riesce benissimo a portare avanti il suo personaggio. Ma al tempo stesso, quando si trova su un palco, fa trasparire la sua umana paura di sbagliare o di dire una cosa per un’altra.

Per il resto non posso dire altro che lei sia la incontrastata regina di questa edizione del Festival di Sanremo. Come un poco tutte lo sono, le co conduttrici di questa edizione. Ma lei, anche se è in tutto e per tutto un uomo, esprime femminilità in una forma a dirla tutta affascinante. Non teatrale, intendiamoci. Ma con quel pizzico di non so che che la rende un personaggio femminile in tutto e per tutto.

Sanremo: ho adorato la samba “triste” di Fiorello

Non si poteva non ottenere un effetto “spiritoso”, se si può passare il termine, mettendo Fiorello ancora una volta sul palco di Sanremo. Nel suo primo intervento ha fatto ascoltare a tutto il pubblico e a tutti gli spettatori la sua canzone triste. Ma con un sottofondo musicale molto allegro. Non ho potuto non cercare, e trovare, questo pezzo di brano della serata sanremese del 2022 su Youtube. E credo che sarebbe un ottimo metodo per resuscitare, se cosi si può dire, le persone tristi dalla tristezza.

Ascoltate questo brano. Perché può in certi casi far svoltare la propria giornata.

E soprattutto un grazie a Fiorello. Per aver creato questo piccolo, ma grande, momento di spettacolo della Rai. Che credo sarà eccellentemente accolto nelle Teche per la futura memoria di come da una situazione di pianto si può creare una situazione simpatica e felice.

(Foto: https://pixabay.com/it/illustrations/figli-musica-strumenti-musicali-6345574/)