Quando non sei credibile, vorresti esserlo. Quando lo sei, sotto sotto, ti approfitti della tua posizione. Ma alla base del risultato, cosa differenzia chi è da chi non lo è? Un percorso di accreditamento nella realtà circostante che ti permette di avere un seguito in base alle tue azioni.
Voglio quindi partire dicendo tre percorsi per acquisire una credibilità.
Il primo percorso è la coerenza delle proprie azioni. Che può sembrare banale, ma è un primo passo per acquisire i cosiddetti punti. Un esempio: se io dico a qualcuno che entro una certa data farò un comportamento, il fare di conseguenza porta punti per la propria situazione. E quindi ci rende credibili agli occhi degli altri.
Il secondo percorso è la costanza. Cioè il mettersi sempre all’interno di un ambiente nelle stesse posizioni. Che non vuol dire pensarla sempre allo stesso modo, ma avere un posizionamento tale da non mettere dubbi di sorta su come si verrà considerati.
Il terzo percorso è avere una parola valida. Che non significa saper parlare bene. Ma non trovarsi di fronte a dichiarazioni che non hanno un seguito nella realtà o che debbano essere sempre soggette a smentite o controsmentite. Una cosa questa molto disdicevole, perché non aver parola sicura su un determinato ambito non porta se stessi nella posizione di avere una autorevolezza. Ma piuttosto una titubanza e nei casi più brutti alla completa inattendibilità verso il prossimo.
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