La lunghezza della teatralità non è sempre positiva

Io non sono proprio un attore. Quindi si tratta di una opinione a metà. Ma non posso non partire da un altro particolare: sono uno spettatore. Come tale mi metto seduto sulla poltrona del pubblico e vorrei vedere lo spettacolo. Ma, a riguardo, arrivo alla sintesi successiva: non vorrei addormentarmi.

Ci sono spettacoli che ti tengono sveglio come nessuno. Ma ci sono spettacoli che invece fanno sonnecchiare nella maniera più assoluta. Si può trovare una mezza misura? Forse nel tempo dello spettacolo.

Ci sono esempi di film o di spettacoli che superano le 2 ore. Ma si tratta di particolarità che non hanno grossa replica. Mi viene in mente il film “Il comune senso del pudore” di Alberto Sordi. Che, a parte delle zozzerie e delle porcate che si possono vedere, supera le 2 ore di film. Ma lo stesso si fa vedere senza grosse problematiche di attenzione. Oppure “Il marchese Del Grillo”, che sfora abbondantemente.

Il resto del mondo cinematografico veleggia nella ora e mezza. Alle volte scarsa. E teatralmente il parallelo è tale: tanta lunghezza può diventare controproducente. Un autore teatrale può avere la migliore idea del mondo. Ma superare certi limiti di temporalità non può fare molto bene. Ad una buona riuscita del progetto di spettacolo…

Marzo 2022

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/auditorium-teatro-architettura-86197/)

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