Dovrebbe essere un discorso vecchio come il cucco, cioè vecchio quanto la storia dell’uomo. Ma qualcuno si ostina a rivangare la questione con una minaccetta ogni tanto. Si tratta del fatto di mettere delle bombe se le persone non fanno quello che vogliono determinate persone. Che fanno prima le loro brave e gratuite minacce, e poi si mettono a fare il piccolo chimico nel loro simpatico laboratorio e producono delle cose che fanno piacere e utilizzo unicamente per l’ingegneria civile, perché nel caso del civilismo si tratta di distruggere ma è un distruggere costruttivo, anche se sembra un controsenso.
Chiamandoli bombaroli: sono persone che prima di mettersi a spiegare le proprie ragioni e sentirsi dire se hanno un senso o meno queste ragioni, fanno. Fanno qualcosa che sa solo creare dei problemi alla gente in se e per se e poi alle forze dell’ordine che devono mettere una toppa alle problematiche che si creano dopo la fine della cosiddetta miccia. E poi, se proprio la si deve dire tutta, questi bombaroli non sanno fare altro che l’interesse degli altri, prima del proprio, perché una volta saltata in aria la bomba loro sono dei colpevoli e le persone, che di certo non hanno la voglia di fermare la propria vita, si scuotono la polvere dalle spalle e fanno una corposa pernacchia a tutti loro.
Alla fine della situazione, le bombe non pagano. Quindi le minacce all’inizio non fanno altro che escludere qualsiasi possibilità di dialogo, perché chi bombarda non viene nemmeno preso in considerazione. Una bomba esplosa sotto casa non la vuole certamente nessuno. Quindi un messaggio ai bombaroli: pregasi parlare e non bombardare, che tanto non serve a nulla.
La non strategia delle bombe: bombardare non serve
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