Parto da un elemento principale: non ci sono le condizioni migliori per svolgerlo. Iniziando dalla pandemia fino ad arrivare alla sopraggiunta guerra in Ucraina, non c’è nulla da festeggiare. Non c’è assoluta spensieratezza su cui contare tra maschere e carri di cartapesta.
Quindi il carnevale, da una partenza per pandemia fino alla nascita del conflitto in est Europa, non avrebbe avuto nessun presupposto per correre per le strade e spargere tutti i suoi coriandoli tipici. Averlo voluto fare, in riferimento a quello di Viareggio, è sotto un certo aspetto una grave imprudenza. Da un lato per la capacità di contagio del Covid, anche se si è trattato di una manifestazione all’aperto.
Dall’altro, se mi si permette, quando ci sarebbe stata la presenza nel mondo della guerra, da parte dell’organizzazione ci sarebbe dovuta essere più creanza. O per lo meno una testimonianza maggiore della consapevolezza della guerra. Almeno far sfilare i carri nel più religioso e dignitoso silenzio. Segno della comprensione che nel mondo c’è la guerra e che le persone non vogliono che ci sia.
Se si voleva fare presente che la guerra è qualcosa “di troppo”, se cosi si può dire, la musica e il sollazzo non ci sarebbero dovuti essere. Non è stato, a mio avviso, abbastanza far sfilare i carri con i simboli della pace e di no alla guerra.
Non è stato, sotto un certo aspetto, abbastanza quello che è stato fatto.
Forse gli ultimi corsi era meglio non farli.
Marzo 2022
(Foto: https://pixabay.com/it/photos/maschera-carnevale-coriandoli-1155808/)