E’ passato il primo maggio 2019. E ha portato con se una polemica, anche se collaterale al valore della giornata in se e per se, decisamente interessante: il concertone del primo maggio è molto sessista. Infatti la percentuale, se di percentuali bisogna parlare, di donne che hanno preso parte al concertone a Roma è bassissima rispetto agli artisti del sesso forte.
Ma di altre percentuali se ne può parlare? principalmente delle percentuali da capogiro che ancora aleggiano sul paese in termini di disoccupazione. O magari delle percentuali di lavoro che la robotizzazione delle catene di montaggio sta cancellando in termini di operaismo classico. O ancora delle percentuali di laureati, anche solo triennali, che stanno a casa e non hanno lavorativamente le possibilità di sviluppare le proprie competenze e conoscenze.
Non voglio dire che siccome ci sono queste percentuali le donne al Concertone a Roma possono essere pari allo zero. Ma magari si potrebbe discutere anche del fatto che oggigiorno si pensa ancora al lavoro come qualcosa di familiaresco nella transizione, cioè da padre in figlio, quando sarebbe più fruttifero mettere i figli e le nuove generazioni in grado di sopravvivere lavorativamente ai propri genitori e ai propri parenti anche al di fuori dell’ambiente lavorativo di famiglia. Perché ho abbondantemente il sospetto che in Italia il fatto di avere il lavoro sicuro “in casa” ha tolto anticorpi all’ambiente del lavoro in generale. Dentro e fuori l’Italia E non permetta di produrre reddito più agevolmente della “Fabbrichetta” del babbo o della mamma: tanto ci pensano loro a fare tutto…
Le percentuali del primo maggio 2019
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